![D'où viennent mes algues d'aquariums ?](http://aquazolla.com/cdn/shop/articles/Contenu_Blog_20_b6f9406f-581a-45b4-9ab3-42b55b010dfb.jpg?v=1737398724&width=1100)
Da dove vengono le vostre alghe?
F. Mattiersuddividere
Tutto sembra essere stato scritto sulle alghe in acquario!
Leggendo alcuni forum o social network, si potrebbe persino credere che l'acquariofilia consista prima di tutto nel combattere le alghe. Alghe filamentose, alghe a pennello, acqua verde, fino alle cianobatteri che ne sono una forma primitiva... Ci strappiamo tutti i capelli per bandire questi esseri diabolici dai nostri acquari e stagni, con generalmente un risultato al meglio temporaneo, quasi sempre inesistente.
Un amico ricercatore mi diceva un giorno, mentre lo interrogavo sulla schiuma che invadeva il mio prato: «L'unico modo efficace per sbarazzarsi del problema della schiuma è smettere di vederlo come un problema. È l'unica cosa che funziona.»
Lo stesso mi spiegava che chi pensa che sia necessario eradicare le volpi per salvare le sue galline dovrebbe chiedersi perché odia tanto la natura, volendo eradicare piuttosto che adattarsi ad essa.
Come arrivano le alghe nei nostri acquari?
È forse introducendo una pianta che ne porta? Tutte le piante ne portano, tranne quelle in vitro che vivono in una bolla sterile! E ne hanno persino bisogno per vivere, poiché fanno parte del loro microbiota. Le piante sono coperte da centinaia di specie di batteri, virus, alghe, microbi vari e non potrebbero vivere normalmente senza.
Bisogna scegliere: o l'ambiente sterile, o l'ambiente aperto.
"L'ambiente sterile è un miraggio. Anche i laboratori sarebbero incapaci di concepirlo e mantenerlo in modo duraturo."
Allora, mi direte, cerchiamo almeno di non introdurre troppe alghe pulendo con cura tutto ciò che entra nell'acquario!
Guarda questo giovane albero, che è stato potato.
Guarda com'è verde la coppa. Sono essenzialmente alghe. Sono poco presenti sulla corteccia, ma sono state ben nutrite sulla ferita di potatura. Nessun rapporto con il fatto che la corteccia non ne ha ricevute.
Eh sì, le alghe sono ovunque, e nessuno ha inoculato queste alghe su quest'albero. Sono venute da sole, con l'aria e la polvere. Milioni di spore.
Si sa ora che, in un solo grammo di suolo prelevato in superficie, si contano diverse centinaia di specie di alghe diverse! Non lo sapevamo, ma il sequenziamento del DNA ad alta capacità lo ha recentemente rivelato. Conosciamo meno del 5% di queste specie! Le loro spore vengono trasportate dal vento e sono ovunque nell'aria, per milioni.
I nostri acquari, a meno che non siano ermeticamente chiusi e quindi sterili, sono anch'essi inondati ogni giorno dall'aria ambientale di almeno decine di specie di alghe. La vita è ovunque, ed è molto più forte dei nostri sogni di controllo!
Voglia di evitare di introdurre alghe è vana. Anche l'acqua del rubinetto ne contiene. Non molto, ma sempre un po'.
"Riempite una bottiglia con quest'acqua che credete priva di vita, chiudetela e mettetela al sole: vedrete prima o poi apparire delle cianobatteri, delle alghe unicellulari in sospensione (acqua verde) e presto forse anche delle filamentose!"
E se fosse quindi normale?
E se le alghe avessero una funzione?
Se è vano non volerne alcuna, si possono invece limitare, favorendo le piante a crescita rapida. L'elodea, l'Egeria najas, la ceratofillo, la vallisneria e molte altre privano le alghe di cibo tanto sono ghiotte.
Non utilizzare alcun fertilizzante: queste piante consumano le risorse e rallentano la loro crescita quando l'acqua è diventata povera. Tanto meglio: le alghe sono in carenza!
Personalmente, ho preso l'abitudine di rimuovere di tanto in tanto le alghe filamentose o le diverse cladofore a mano. È piacevole da fare, veloce, naturale e molto meno lungo e sporchevole che cambiare il filtro ogni mese!
Evitate a tutti i costi gli algicidi. Rimuovere il problema uccidendo le alghe non farà altro che squilibrare l'insieme, spostare il problema e, soprattutto, introdurre una molecola biocida tossica.
Tollerare, limitare, osservare, pazientare.
Con la natura, solo il compromesso funziona in modo sostenibile.
I tuoi pesci, loro, se ne fregano.
I tuoi lumache se ne rallegrano.
La tua microfauna e i tuoi avannotti si nascondono lì.
Le tue piante non sono indenni?
Pensate quindi al giovane albero della foto, al vecchio albero coperto di licheni, e persino alla vostra pelle coperta da un microbiota (inclusi numerosi acari!) di cui non potrebbe fare a meno.
La vita è superba nella sua complessità. È ovunque.
Coltiviamo i nostri acquari come il saggio il suo giardino: senza intransigenza.
3 Commenti
Comme toujours un article intéressant qui nous fait voir les algues autrement. Depuis que je vois l’aquariophilie différemment, je ne change que 10% de l’eau toute les 2semaines, je nourris mes bettas imbellis qu’avec pratiquement du vivant et ils sont redevenus sauvages. Je n’interfère presque pas et ceux grâce à vos blogs et produits. Je laisse la nature faire et c’est un régal d’observer ça de son fauteuil. Merci Mattier
Article très intéressant et, surtout, pédagogique. À vouloir maîtriser la nature, l’être humain ne fait qu’apporter des problèmes que mère nature se passerait bien volontier.
Laissons-la faire ce qu’elle fait de mieux, que nous, sans que l’on se sente obligé d’y mettre le désordre. À vouloir toujours faire mieux, on en oublie, trop souvent, l’essentiel.
Ah !! C’est bien que ça soit dit. Le nombre de fois où sur facebook je lis des bêtises du genre “il ne faut pas mettre X ou Y, ça va ramener des algues”…. Euh, les algues sont déjà là. Soit elles se plaisent car elles ont de quoi se nourrir, et donc tu les vois, soit non, et donc tu ne les vois pas. Mais elles sont là ne t’inquiète pas pour ça.