Dare vita al mio bacino

Avere un laghetto da giardino in piena salute ricostituendo i cicli naturali, semplicemente introducendo la biodiversità che mancava.

I bacini dei nostri giardini hanno generalmente un ciclo biologico incompleto, a causa della mancanza di biodiversità. La tecnologia cerca goffamente di compensare questa mancanza, ma rimane necessariamente molto più imperfetta di un ciclo naturale completo.
"Tra il fango del fondo e i pesci che vivono nei nostri bacini, il ciclo biologico è spesso interrotto, se non addirittura inesistente."


Nella natura, ogni foglia morta è degradato da batteri e funghi, poi consumata da asellidi, ostracodi, vermi o gamberi, le cui feci permetteranno poi lo sviluppo di alghe unicellulari, che nutriranno dafnie o altri crostacei acquatici. E tutte queste bestiole sono il cibo naturale per i vostri pesci.
Nella natura, nessuno viene a distribuire compresse estruse industriali ai pesci!



Un bacino vivente, a patto che non sia eccessivamente popolato, deve quindi poter ospitare una biodiversità rigogliosa. Questa biodiversità è la condizione della resilienza di ogni ambiente naturale, acquatico o meno. La sua assenza è la causa di fenomeni estremi come l'acqua verde, la proliferazione incontrollata di una sola specie (alghe, ad esempio) o l'eutrofizzazione mortale dell'ambiente (acqua "stagnante").

Gestire bene un punto d'acqua ornamentale inizia quindi con l'introdurre il maggior numero possibile di specie animali e vegetali per garantire un ciclo naturale completo, garanzia di un equilibrio di tutti i fenomeni biologici... e quindi della vostra tranquillità.

"Offriamo, oltre alle ZollaBox Démarrage (biodiversità microbica) e Eau claire XL (per limitare l'acqua verde), un certo numero di piante ideali per i nostri climi (menta acquatica, salicaria, iris delle paludi, lenticchia d'acqua...), ma anche invertebrati detritivori che garantiscono il riciclo naturale dei rifiuti e delle alghe, come le famose asellidi, e vari lumache come la simpatica lumaca vescicale o la celebre chiocciola planorbide."

La parola chiave deve essere: più vita, più diversità, per un bacino più resiliente.